sabato 26 dicembre 2009

Confrontando la mortalità dell'influenza pandemica con quella dell'influenza stagionale

Alcune persone criticano il modo in cui è stato risposto alla pandemia causata dal virus dell'influenza H1N1. L'argomento che si sente/legge più spesso è che il nuovo virus uccide molto meno persone dell'influenza stagionale. A tale proposito vengono paragonati numeri, percentuali e statistiche che sembrano provare in modo lampante che l'influenza H1N1 sia una malattia di cui non ci si deve preoccupare per niente.

Su questa base vengono poi costruite opinioni che hanno un forte sapore di complottismo e corruzione a livello mondiale, da tanto tempo cavallo di battaglia degli antivaccinisti. Preoccupa solo che adesso anche persone di un certo livello professionale sembrano aver preso gusto a questo tipo di argomentazione. Lo scopo è evidentemente di svegliare nel pubblico non solo l'interesse alle proprie idee ma anche un certo senso di vittimismo. La gente si deve vedere nel ruolo di Davide contro Golia ed il sasso nella fionda è il totale rifiuto delle raccomandazioni che arrivano da "Golia". Dal rifiuto della vaccinazione fino alla negazione dell'esistenza dell'attuale pandemia che viene addirittura guidata verso la negazione dell'esistenza delle pandemie in toto. Infatti, alcuni complottisti sono già all'opera per ridimensionare drasticamente il ruolo che il virus dell'influenza ha avuto nella grande pandemia del 1918/19. In pratica vengono messi in discussione i piani pandemici che sono stati elaborati negli ultimi anni ed il sospetto che viene traghettato su questo presupposto è che siano una colossale truffa, elaborata insieme a Big Pharma.



Facciamo ora uno zoom su uno degli argomenti base dei complottisti, la differenza di mortalità fra l'influenza pandemica e stagionale.

Il 22 dicembre 09 nel sito dell'OMS è stato pubblicato un briefing che spiega la differenza dei dati sulla mortalità dei due tipi di influenza che abbiamo attualmente a disposizione e perché può essere fuorviante confrontarli alla pari.

Le cifre della mortalità dovuta all'influenza stagionale sono stime, mentre il numero dei morti direttamente associati al virus pandemico rappresentano i casi confermati dai laboratori. Ovviamente confrontare stime con morti accertati non potrà mai dare un risultato valido.

Le stime dei morti che l'influenza causa durante un'epidemia si elaborano statisticamente ed in pratica si tratta del cosiddetto eccesso di mortalità per tutte le cause che si verifica durante un'epidemia d'influenza. Cioè in un determinato mese dell'anno muore in media un certo numero di persone, quando il virus dell'influenza non circola in un certo paese. Questo numero è statisticamente "atteso". Se nel mese in questione c'è un'epidemia d'influenza, la mortalità che supera questa soglia viene indicata come "eccesso di mortalità". Questo fenomeno che si osserva da molti decenni permette di stimare quante persone sono morte a causa dell'influenza.

Ma perché non si può determinare il numero dei morti per influenza semplicemente dai certificati di morte?


L'OMS spiega:
"Durante le epidemie d'influenza stagionale ca. il 90% dei morti riguarda anziani indeboliti che soffrono di una o più malattie croniche. Anche se l'influenza può peggiorare queste malattie e contribuire alla morte, nella maggioranza dei casi non viene fatto nessun test virologico e si usa attribuire la morte alla malattia pregressa. Per  captare queste morti causati dall'influenza, che altrimenti non verrebbero mai alla nostra conoscenza, nel 19° secolo sono stati introdotti metodi per stimare l'eccesso di mortalità. Queste stime hanno contribuito a contrastare l'ipotesi che l'influenza sia una malattia lieve che causa solo pochi morti."


Il numero dei morti da influenza pandemica che vengono riportati sono invece solo i casi di morte accertati dai test di laboratorio, quindi non si tratta di stime. Per vari motivi questi numeri non possono dare il quadro completo della mortalità durante la pandemia che è senza dubbio più alta.

Spesso non vengono fatti test di laboratorio, specialmente in paesi in via di sviluppo, anche perché sono complessi e costosi.

A questo si aggiunge il fatto che quando il test conferma la presenza del virus H1N1 in pazienti con malattie pregresse, molti medici scrivono nel certificato di morte la malattia cronica e non il virus pandemico come prima causa. Anche questi casi mancano nelle statistiche ufficiali.

Studie recenti hanno fatto vedere che alcuni test per il virus H1N1 non sono completamente affidabili ed i risultati di falsi negativi sono un problema frequente. L'accuratezza dei test dipende anche dal modo in cui i campioni vengono prelevati.

Moltissimi paesi del terzo mondo sono privi di sistemi affidabili per le registrazioni anagrafiche perciò nella maggior parte dei morti mancano i certificati di morte.


Un altro motivo per cui i paragoni dei morti per pandemia con quelli per l'influenza stagionale non sono in grado di misurare in modo accurato l'impatto della pandemia è che il virus H1N1 riguarda una fascia di età molto più giovane. La maggioranza di quelli che si ammalano, vengono ospedalizzati, richiedono cure in terapia intensiva e che moiono sono persone giovani.

L'OMS continua a classificare l'impatto di questa pandemia come moderato. Solo uno o due anni dopo il picco della pandemia sarà possibile accertare quanti si sono ammalati e morti a causa dell'influenza ed i metodi usati saranno simili a quelli che si usano per calcolare l'eccesso di mortalità durante le epidemie d'influenza stagionale.

Il seguente grafico fa riflettere su quanto sia inopportuno considerare l'attuale pandemia un'influenza da niente e sottolinea le considerazioni dell'OMS riguardo il fatto che il virus H1N1 miete vittime soprattuto fra i giovani.




Fonte: http://www.cdc.gov/flu/weekly/

Il confronto con le morti pediatriche associate all'influenza durante le epidemie degli anni precedenti dimostra che la pandemia non è da sottovalutare perché uccide molto più giovani con una perdita di anni di vita superiore all'influenza stagionale.

Quindi, prima di criticare le misure prese per ridurre l'impatto della pandemia, bisogna aspettare che sarà passata e che si avranno gli stessi dati sulla mortalità che oggi abbiamo sulle epidemie causate dall'influenza stagionale.

A parte questo, proprio perché nessuno è in grado di sapere in anticipo come si comporterà un virus pandemico, è importante prevenire con tutti i mezzi a nostra disposizione. Sarebbe un grave errore incrociare le braccia e osservare lo sviluppo delle cose senza nessuna preparazione. I responsabili per la salute pubblica non possono prendersi questo rischio perché in caso che le cose si mettono male questo errore costerebbe molto caro alla popolazione. Le persone che criticano le misure preventive messe in atto non hanno sulle spalle questa responsabilità. Per loro è quindi facile esprimere la propria opinione.

Il numero dei morti accertati per il virus H1N1 che si conosce oggi non è alto ma penso che sia un segno di grave mancanza di empatia accettarli senza battere ciglio perché queste persone hanno dovuto soffrire e sono morte e si tratta di morti che si potevano prevenire con la vaccinazione. Secondo i vari critici si dovrebbe guardare morire delle persone per una malattia perché ci sono altre malattie che provocano un più alto numero di morti? Che strano modo di ragionare!

1 commento:

  1. Finalmente hanno iniziato a capire che il vaccino contro l'influenza sui bambini sotto i 5 anni è perfettamente inutile

    http://vactruth.com/2010/12/31/government-against-giving-children-flu-vaccine/

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