lunedì 4 giugno 2012

Il virus del morbillo e le mutazioni genetiche

Nel libro di Roberto Gava  "Le vaccinazioni pediatriche" si trovano praticamente tutte le dicerie che circolano sul morbillo e sul vaccino MPR (morbillo - parotite - rosolia). In questo blog ho già trattato alcuni di questi temi. 

L'argomento del presente articolo riguarda le mutazioni del virus del morbillo.

Roberto Gava cerca di convincere i lettori che le vaccinazioni di massa contro il morbillo causano e addirittura hanno già causato mutazioni che trasformano il virus in un micidiale agente infettivo contro cui il vaccino non ha più nessun'efficacia.

A pagina 215 (nel capitolo "Sono stati i vaccini a vincere contro le malattie infettive?") si legge:
Infatti, a distanza di alcuni anni dall'inizio della vaccinazione antimorbillosa, si sta realizzando proprio quello che si temeva: la resistenza del virus all'eradicazione e le segnalazioni sempre più frequenti e sempre più gravi di piccole epidemie di morbillo nei vaccinati. Per capire bene il problema di questa vaccinazione, ma anche di tutte le vaccinazioni con virus a RNA, credo sia opportuno farci guidare da qualche altra riflessione del Dr. Tasca.
A questa introduzione segue una lunga citazione di un articolo dal titolo "Il vaccino anti-morbillo" scritto dal pediatra Stefano Tasca. I lettori del mio blog hanno già conosciuto questo articolo quando nel dicembre 2009 avevo esaminato la parte che riguardava la panencefalite subacuta sclerosante (Vedi: Vaccino contro il morbillo e rischio di panencefalite subacuta sclerosante (PESS) )



La citazione riportata da Gava comincia con questa frase:
"I virus a RNA, di cui fanno parte sia il virus influenzale che quello del morbillo, della parotite, della rosolia, del raffreddore, della rabbia, dell'epatite A, dell'AIDS, ecc. sono peculiari e rappresentano uno dei più grandi problemi per la scienza medica e per la preparazione dei vaccini. La loro caratteristica più cospicua è di mutare con estrema facilità."
Poi segue una lunga spiegazione tecnica sull'instabilità genetica dei virus a RNA e il paragrafo viene chiuso con questa frase (che si riferisce al virus del morbillo):
"Se il virus circola in una popolazione  altamente vaccinata, è più facile che muti per difendersi dalle condizioni sfavorevoli create dalla presenza di anticorpi non sintetizzati a partire da un'infezione o da un contatto col virus selvaggio, ma dalla semplice sollecitazione immunitaria da parte di un virus vaccinale a struttura stabile e fissa."
E' vero che il virus vaccinale è geneticamente stabile in modo impressionante ma non ci si aspetta di  trovare un'affermazione così proprio alla fine di un lungo discorso che spiega quanto siano instabili i virus a RNA: anche il virus vaccinale antimorbillo è un virus a RNA.
 
Degno di nota è anche il fatto che nè nell'elenco con cui Tasca inizia il suo articolo nè nel libro di Gava viene menzionato che anche la poliomielite è causata da virus a RNA. Posso solo immaginarmi il motivo per questa strana omissione. Forse è per evitare che qualche lettore attento potrebbe notare che la poliomielite, nonostante che venga causata da virus a RNA, è stata eliminata già da tempo da molti paesi e che grazie al programma di eradicazione ormai nel mondo intero ce ne sono rimasti solo pochissimi casi. Vedi qui (cliccare su "submit request" per vedere nella colonna a destra i casi di polio selvaggio in tutto il mondo - che nel momento in cui scrivo sono solo 60 dall'inizio dell'anno - in India sono addirittura zero!).


Si pensa che il virus del morbillo si sia evoluto dal virus della peste bovina (o rinderpest), un virus a RNA del genere morbillivirus che è strettamente correlato al virus che causa il morbillo.

Ebbene, la peste bovina è stata dichiarata eradicata nel 2011. E' quindi il secondo virus che è stato eliminato dal mondo ad opera dell'uomo (con le vaccinazione e anche con l'uccisione degli animali infetti).

Questo dimostra chiaramente che non è sempre vero che un virus a RNA riesce con facilità ad aggirare l'immunità, come vorrebbero farci credere Tasca e Gava.

D'altra parte, come si può facilmente osservare, quei virus a RNA che hanno questa capacità, non aspettano le vaccinazioni di massa per dimostrarla. Contro il virus dell'immunodeficienza umana (HIV) non esiste ancora nessuna vaccinazione, eppure muta frequentemente e riesce così a eludere il sistema immunitario. Anche il virus dell'influenza ha un'alto tasso di mutazione e di certo non a causa del vaccino, considerata la bassa copertura vaccinale.

Stefano Tasca continua il proprio articolo con un esempio concreto (riportato da Roberto Gava a pagina 217, nel sottocapitolo "Le mutazioni del virus morbilloso"):
"In un articolo del 2001, Mudur, sul British Medical Journal, segnala che molti scienziati indiani hanno classificato il loro paese (caratterizzato da un altissimo tasso di vaccinazione) a rischio per l'emergenza di un virus morbilloso letale che causa encefalite in adulti e bambini. Mentre stavano studiando un focolaio di encefalite in adulti in una provincia, infatti, hanno avvertito le autorità del fatto che la causa era un virus morbilloso mutato capace non di dare la malattia classica (con febbre, rash cutaneo, ecc.) ma di attaccare direttamente cervello, reni e polmoni con una mortalità estremamente alta. Dal 1998 (anno della prima segnalazione) al 2001 si sono verificati tre focolai dovuti a questa variante. I test specifici hanno sempre dimostrato la presenza di genoma del virus morbilloso. Nel suo studio Mudur dice testualmente che l'immunizzazione non ha coperto da questa forma di virus mutato.
Mudur G. Indian scientists warn of mutant measles virus. British Medical Journal 2001 Mar24; 322 /7288): 693"
Se però si controllano i fatti, si scopre che questa iniziale segnalazione di 11 anni fa, che nel frattempo è ovviamente stata indagata, non riguardava il morbillo ma un'altro virus della stessa famiglia con il nome Nipah virus. E' un  virus animale, con un'alto tasso di mortalità nell'uomo, che occasionalmente viene trasmesso alle persone. Ospiti naturali del virus sono i pipistrelli della frutta (Pteropodidae) che in alcune zone del Sud dell'Asia hanno causato finora 13 episodi epidemiche.

Vedi:
Emerg Infect Dis. 2006 Feb;12(2):235-40.
Nipah virus-associated encephalitis outbreak, Siliguri, India

e il fact sheet N° 262 dell'OMS
Nipah virus

L'articolo di Tasca continua così (riportato nel libro di Gava a pag. 218)
"Questo "allarme mutazioni" non è rimasto solitario. Ci sono segnalazioni numerose su:
- mutazioni che rendono il virus capace di interagire con recettori minori usati come ingressi alternativi a quelli classici (e quindi capaci di penetrare nell'organismo attraverso vie inusuali e tessuti precedentemente refrattari);
Questa affermazione non trova riscontro nella letteratura scientifica. La bibliografia che Tasca ha messo in fondo al suo articolo originale (non viene riportata da Gava) contiene tre articoli che penso siano i riferimenti per questo secondo esempio di "allarme mutazioni". Sono studi di scienziati che cercano di svelare alcune importanti caratteristiche del virus selvaggio. Le mutazioni che Tasca attribuisce al virus in circolazione sono invece prodotti in laboratorio con lo scopo di capire meglio il modo in cui il virus infetta l'organismo. Sono articoli altamente tecnici e di difficile lettura. Comunque è chiaro che non parlano della scoperta di virus selvaggi mutati capaci di interagire con recettori minori.

Per chi vuole approfondire il tema:

J Gen Virol. 2006 Oct;87(Pt 10):2767-79.
Measles virus: cellular receptors, tropism and pathogenesis.
Yanagi Y, Takeda M, Ohno S.
Department of Virology, Faculty of Medicine, Kyushu University, Fukuoka 812-8582, Japan.


Di recente è stato pubblicato:

Front Microbiol. 2012;3:75.
Morbillivirus receptors and tropism: multiple pathways for infection.
Sato H, Yoneda M, Honda T, Kai C.
Laboratory Animal Research Center, Institute of Medical Science, The University of Tokyo Tokyo, Japan.


Per completezza ecco la bibliografia del dott. Tasca riguardo a questo argomento:


Effect of mutation at the residues R25, D27, P69 and N70 of B95a-MCP on receptor activities for the measles virus Nagahata wild-type strain and CAM vaccine strain
Int J Mol Med 1999 Jan;3(1):25-32
Murakami Y et al japan

Identification of a second major site for CD46 binding in the hemagglutinin protein from a laboratory strain of measles virus: potential consequences for wild-type MV infection
J Virol 2002 Dec;76(24):13034-8
Masse N, Barret T et al France 

Efficiency of measles virus entry and dissemination through different receptors
J Virol 2002 Aug;76(15):7460-7
Schneider U et al USA


- fallimenti del vaccino tali da indurre nel tempo, a modificare l'atteggiamento vaccinale degli organi preposti alla sanità (i quali da una sola dose consigliata nei tempi pionieristici, sono passati a sollecitare più dosi di richiamo);
I fatti dimostrano invece che per ora non c'è nessun fallimento del vaccino in vista, al contrario, è estremamente efficace. Si, inizialmente si raccomandava solo una dose di vaccino che poi è stata aumentata a due dosi (non "più dosi di richiamo", come scrive Tasca). Per essere precisi, non si tratta di un vero e proprio richiamo (anche se la seconda dose rafforza l'efficacia della prima) ma serve in primo luogo a dare una protezione a quei soggetti che dopo la prima dose non sono diventati immuni (questo riguarda ca. il 5% dei vaccinati). Con due dosi invece rimane senza protezione solo l'1 % ca.
Non vedo proprio come il punto 2 possa costituire una prova per una avvenuta mutazione del virus.
- stati di portatore in soggetti immunizzati dei quali non si capisce sino a che punto siano infettanti sia per i soggetti già immunizzati che vengono in contatto con loro, sia per i non immunizzati, visto che la persistenza del virus nell'organismo comunque è determinata da un adattamento mutazionale;
Da come si esprime Tasca suppongo che lui si riferisca ai casi di panencefalite subacuta sclerosante (PESS). In questi casi i virus non vengono trasmessi agli altri. Si tratta di un raro tipo di mutazione che avviene nel corpo delle vittime. Il virus rimane dormiente nel cervello per diversi anni per poi manifestarsi con gravi sintomi che portano sempre alla morte. Non è una mutazione che circola nella popolazione.
- recrudescenze di morbillo classico in popolazioni ad alto tasso di vaccinazione, ecc.
Non si tratta di una prova per una mutazione del virus ma semplicemente delle conseguenze della vaccinazione con una sola dose e una copertura vaccinale troppo bassa. Negli USA il problema è stato risolto già 20 anni fa con la raccomandazione di una seconda dose. Grazie al programma vaccinale il morbillo è stato estinto già 10 anni fa dalle Americhe (Nord e Sud). Comunque questo è un argomento che merita un post separato.

Tasca e Gava, quando parlano delle mutazioni genetiche del virus del morbillo si riferiscono quasi esclusivamente a mutazioni che riescono ad aggirare il sistema immunitario. E' vero che il virus morbilloso è soggetto a mutazioni, però la cosa fondamentale è che le proteine antigeniche contro cui i vaccini sono diretti sono estremamente stabili.

Ad oggi sono stati descritti 23 genotipi di virus del morbillo, ma un solo sierotipo. I sierotipi si differenziano in base alle caratteristiche antigeniche mentre i genotipi in base alla sequenza del genoma. Questo significa che il vaccino è efficace contro i 23 genotipi perché tutti possiedono gli stessi antigeni.

Grazie alle differenze nella sequenza genetica gli epidemiologi possono ricostruire le varie catene di infezione e determinare la provenienza dei genotipi che vengono isolati.  L'OMS coordina la sorveglianza della distribuzione dei genotipi nel mondo. L'iniziativa si chiama "Measles Nucleotide Surveillance"



Vediamo ora che cosa dicono gli esperti sul tema mutazioni del virus del morbillo.
"C'è un solo tipo antigenico del virus del morbillo. Anche se alcuni studi hanno documentato mutazioni nella glicoproteina H, questi cambiamenti non sembrano avere importanza epidemiologica (cioè non è stato osservato nessun cambiamento nell'efficacia del vaccino)"
Fonte:
"Measles" 
Pink Book del Center of Disease Control
"Quanto è alto il rischio che compaiono mutazioni del virus del morbillo che riescono ad aggirare l'immunità indotta dal vaccino? 

Non ci sono prove conclusive pubblicate per la comparsa di ceppi mutanti che riescono a eludere le difese immunitarie indotte dal vaccino. (...)
Nonostante l'alto tasso di mutazione, e a differenza di altri virus a RNA come l'influenza e l'HIV, il virus del morbillo rimane notevolmente stabile.
Com'è possibile che i vaccini attenuati che sono stati sviluppati dal virus di tipo selvaggio più di mezzo secolo fa sono ancora efficaci contro i virus circolanti?


La risposta è probabilmente associata all'uso della molecola di segnalazione di attivazione linfocitaria (SLAM; anche nota come CD150) del recettore della proteina emoagglutinina del morbillo (H), che è responsabile dell'attaccamento cellulare ed è un bersaglio importante per gli anticorpi neutralizzanti. L'envelope del virus del morbillo ha due tipi di glicoproteine chiamate emoagglutinina (H) e proteina di fusione (F). La proteina H si lega a molecole specifiche (recettori) sulle cellule bersaglio, mentre la proteina F media la fusione delle membrane tra l'envelope virale e la cellula ospite della membrana plasmatica con la cooperazione della proteina H. Nel 2000 il recettore SLAM è stato identificato come un recettore cellulare per il virus del morbillo. SLAM è espresso sulle cellule del sistema immunitario, quali linfociti attivati ​​e cellule dendritiche. Studi sulla struttura cristallina della proteina H hanno dimostrato che, sebbene la maggior parte di questa glicoproteina è coperta da catene di zuccheri, l'ampia superficie che ospita il sito di legame SLAM è libera da catene di zuccheri. Le mutazioni in questa regione non sono ammesse in quanto interferiscono con il legame al recettore.
Questa estrema restrizione della sequenza permette una produzione efficiente di anticorpi neutralizzanti che bloccano il legame del virus al suo recettore. Così i ceppi vaccinali originali, sviluppati nel 1960, sono ancora efficaci contro gli attuali virus selvaggi circolanti. Analisi dei dati disponibili da circa 500 isolati suggeriscono che, nonostante il fatto che i virus siano soggetti a errori di polimerasi, la sequenza amminoacidica della proteina H è fortemente conservata, con il 60% dei residui identici o molto simili. Sembra che qualsiasi mutazione che cambi la natura di questi residui conservati, renda i virus incapaci di propagarsi."
Risk analysis for measles reintroduction post global certification of eradication
Dr Ray Sanders. July 2010
World Health Organization Global Technical Consultation to Assess theFeasibility of Measles Eradication - Meeting Report
28‐30 July 2010


Nello stesso report del Dr. Ray Sanders si legge anche una frase che smentisce il terzo argomento elencato dal dott. Tasca: 
"Rischio da infezioni persistenti
Non c'è evidenza pubblicata che dimostri che i casi di infezione persistente di morbillo siano associati alla dispersione di virus infettivi o che abbiano una parte nella trasmissione del morbillo."
Naturalmente gli esperti fanno presente che siccome esiste comunque una remota possibilità che emerga un ceppo mutante che riesce a eludere la protezione immunitaria è importante continuare a monitorare attentamente i virus. Nel caso che dovesse saltare fuori una mutazione di questo tipo, il vaccino verrebbe adattato per proteggerci anche da questo ceppo. Per esempio la poliomielite viene causata da tre sierotipi del virus e il vaccino contiene gli antigeni delle tre varianti.


Infine vorrei far presente una delle tante contraddizioni che si possono trovare  negli scritti  degli antivaccinisti.

Abbiamo visto che tutta la loro argomentazione riguardo alle mutazioni del virus del morbillo si basa sulla colpevolizzazione del vaccino:

1)  Dicono che le vaccinazioni di massa causano una forte pressione sui virus in circolazione e li costringono così a generare mutazioni rendendo gli immunizzati nuovamente suscettibili.

2) Spiegano che dove la copertura vaccinale è alta il virus selvaggio smette di circolare e quindi vengono a mancare i richiami naturali. Di conseguenza la protezione indotta dalla vaccinazione perde più velocemente l'efficacia.

Intere pagine del libro di Gava sono dedicate a spiegare come l'efficacia del vaccino provoca una pressione selettiva sui virus perchè questi si vedono circondati da una popolazione immunizzata e di conseguenza emergono delle mutazioni in grado di eludere il sistema immunitario.

Ma basta andare avanti con la letteratura e si viene a sapere (sempre nello stesso capitolo!) che il vaccino antimorbilloso non è efficace e che i casi di morbillo sono diminuiti molto prima dell'inizio delle vaccinazioni.

Ecco alcune citazioni dal paragrafo "Qual'è l'efficacia della vaccinazione antimorbillosa?":
"Le vaccinazioni di massa paiono addirittura rallentare il decremento spontaneo delle malattie virali verso cui si vaccina e molto spesso aumentano i casi di malattia." (pag. 221)


"In realtà, questi dati dimostrano che il calo dei casi di morbillo non dipende dal vaccino ma da altri fattori, come le migliorate condizioni di vita di questi ultimi decenni, (...)" (pag. 225)
Non è possibile che le vaccinazioni aumentano e contemporaneamente riducono o non influenzano il numero dei casi di morbillo. Può essere vera solo una di queste affermazioni.

E' difficile dire se l'autore non si rende conto che i propri argomenti si contraddicono o se ne è consapevole ma è fiducioso che i propri lettori non lo notano.

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